L'IDENTIFICAZIONE DI SESSO, DI ETA' E DI INDIVIDUO

Generalità. L'identificazione è l'accertamento dell'identità di una persona; può partire da un soggetto vivente, un cadavere o da semplici tracce.

L'identificazione è generica se ha per oggetto la determinazione di caratteri generali della persona quali la razza, il sesso, l'età, la statura, la professione, ecc. E' necessaria:

a) per circoscrivere il campo dell'identificazione prima di passare alla specifica;

b) per stabilire l'età di giovani delinquenti, in genere nomadi, infraquattordicenni;

c) per stabilire il sesso in soggetti portatori di malformazioni.

L'identificazione è specifica quando porta al riconoscimento della persona rilevandone le caratteristiche somatiche e confrontandole con i dati della stessa persona già precedentemente segnalati. Ricorre:

a) in caso di arresto di delinquenti recidivi, già schedati nei casellari giudiziari, interessati a nascondere la vera identità; individui dispersi a causa di pubbliche calamità o malattie mentali; bambini scambiati per errore nelle sale di maternità.

b) per riconoscere un cadavere o stabilire a chi appartengano frammenti corporei, resti scheletrici, impronte somatiche o biologiche.

Il codice penale punisce i reati di falsità personale (art. 494-498), tra cui la sostituzione di persona e le false dichiarazioni d'identità propria o altrui.

Il segnalamento consiste nel rilievo e nella notazione dei caratteri somatici normali (connotati) e di quelli anormali (contrassegni) a scopo d'identificazione.

Identificazione di specie umana. Questa ricerca non presenta difficoltà se la parte corporea in esame è di dimensioni sufficienti e di aspetto inconfondibile (es.: un dito o un padiglione auricolare) da essere riconosciuta con la semplice osservazione diretta, altrimenti si deve basare su:

a) metodi sierologici, descritti nell'identificazione delle macchie di sangue;

b) esami sul tessuto osseo: la disposizione delle trabecole ossee è orientata secondo la sollecitazione meccanica delle linee di forza dovuta alla stazione eretta, per cui il femore umano mostra una architettura trabecolare diversa da quella di un femore animale; l'indice midollare, cioè il rapporto tra il diametro del canale midollare e quello della diafisi, nell'uomo è inferiore a 0,5, mentre negli animali è superiore fino a valori di 0,77; gli osteoblasti sono fusiformi nell'uomo, ovali in altri mammiferi; lo spessore delle lamelle ossee è superiore nell'uomo; i canali di Havers sono nell'uomo meno numerosi, di diametro maggiore e di forma ellittica.

c) altre differenze: i denti umani sono i soli ad avere la corona e la radice sullo stesso asse; i globuli rossi umani sono senza nucleo; l'indice midollare del pelo è inferiore a 0,30 nell'uomo, superiore negli animali.

Identificazione di razza. E' abbastanza agevole distinguere fra di loro i tre principali gruppi razziali, europeo, asiatico, africano, potendo anche ricorrere alla valutazione istologica della quantità di melanina cutanea (abbondante nei soggetti di colore, tanto che può essere presente in tutto lo strato germinativo e nello strato granuloso dell'epidermide), ed allo studio microscopico delle formazioni pilifere, ma è praticamente impossibile distinguere i vari sottogruppi etnici.

Identificazione di statura. La statura si può misurare bene anche nel cadavere; le difficoltà insorgono in presenza di resti scheletrizzati o di cadaveri depezzati. I questi casi la statura può essere estrapolata partendo dalla lunghezza delle ossa o anche di un solo o di poche ossa.

A questo scopo sono state elaborate fin dal secolo scorso le tavole osteometriche del Rollet che in base alla lunghezza delle ossa degli arti permettevano di risalire alla statura del soggetto. Tali tavole furono successivamente (1893) modificate dal Manovrier che operò le misurazioni dagli stessi scheletri del suo predecessore accantonando i più vecchi e considerando il femore fisiologicamente obliquo, ma non calcolò le deviazioni standard. Pirson calcolò che erano di ± 4-5 cm con margini di errore dell'ordine anche di 15 cm. Sono state elaborate quindi tabelle che utilizzano elementi degli arti inferiori e della colonna ottenendo una riduzione della deviazione standard di ± 2 cm, e delle equazioni per le singole ossa degli arti, che permettono una discreta approssimazione della statura:

ALTEZZA MASCHIO cm

ALTEZZA FEMMINA cm

79,43 + 2,82 x omero

38,59 + 4,90 x ulna

62,04 + 4,50 x radio

44,57 + 2,85 x femore

96,17 + 1,98 x tibia

96,08 + 1,96 x perone

82,16 + 2,49 x omero

47,70 + 4,59 x ulna

14,92 + 6,45 x radio

50,35 + 2,59 x femore

49,02 + 3,19 x tibia

70,04 + 2,57 x perone

Identificazione di età. L'età della persona vivente o del cadavere si stabilisce innanzitutto con approssimazione per classi evolutive in base ai caratteri somatici più appariscenti, quali lo sviluppo somatico generale, il peso, la statura, l'aspetto della cute e degli annessi, i caratteri sessuali primari e secondari, quindi si potrà circoscrivere ulteriormente l'età del soggetto in base allo stato della dentizione ed alle modificazioni scheletriche quali appaiono alle radiografie.

1) metodo antroposcopico-antropometrico: è sempre da praticare, ma è di scarso valore per grosse anomalie da sottoalimentazione, malattie e differenze razziali;

2) metodo che studia lo sviluppo sessuale: è più informativo, ma distingue classi di età ampie in base alla pelosità del volto e delle ascelle, allo sviluppo mammario e dei genitali;

3) metodo dei nuclei di ossificazione: sono tabellati, particolarmente importante è la zona del polso e della mano, può essere allargato ai nuclei di tutto il corpo, ma non si devono sottovalutare gli effetti nocivi delle radiazioni, che in questi soggetti possono essere ripetute a breve scadenza per arresti successivi; deve essere richiesto il consenso al tutore o al giudice tutelare.

4) metodo dello studio dentale: tutte le statistiche sono basate sullo studio dell'emiarcata inferiore sinistra. Basta lo studio computerizzato di almeno tre singoli elementi (corona, radici e stadio di crescita) per avere una buona correlazione con l'età.

Età fetale. Per feto, nel significato improprio adoperato dal codice penale s'intende il prodotto nascente dal momento in cui ha inizio il suo distacco dall'utero fino a quando si è completata la sua espulsione dal corpo della madre. Per l'Ostetricia si parla di feto dal terzo mese di vita in poi, quando l'embrione ha terminato il suo processo di differenziazione tissutale ed assume il caratteristico aspetto umano. Si può approssimare in base al tempo di comparsa dei nuclei di ossificazione:

35-40 giorni

clavicola;

40-50 giorni

mandibola, coste, femore, omero, radio, ulna, tibia e perone;

55-60 giorni

squama dell'occipitale, scapola;

inizio III mese

colonna vertebrale, sfenoide, naso, parietale, zigomatico, metatarso e me tacarpo;

fine III mese

falangi, ischio;

IV mese

temporale (squama e rocca petrosa);

V mese

pube;

VI mese

corpo dello sterno, calcagno;

VII mese

astragalo;

VIII mese

manubrio sternale;

IX mese

epifisi distale del femore.

Tra 1-3/5 giorni

riassorbimento del tumore da parto;

dopo 2-4 giorni

mummificazione del funicolo ombel.;

dopo 3-4 giorni

secrezione di colostro;

dopo 3-5 giorni

desquamazione epidermica;

dopo 6-8 giorni

caduta del funicolo ombelicale;

dopo 10-12 giorni

cicatrizzazione definitiva ombelicale;

dopo 6-15 giorni

obliterazione del dotto di botallo e dei vasi ombelicali.

Età neonatale. Secondo l'ordinamento dello stato civile, è neonato la persona nei 10 giorni seguenti la nascita; secondo criteri clinici di ostetricia e pediatria si può definire periodo neonatale precoce, la prima settimana, tardivo fino alla quarta settimana di vita.

Età infantile. L'infanzia è il periodo della vita che va dalla nascita fino al dodicesimo anno; si può distinguere in: prima infanzia quando non vi è ancora un sufficiente sviluppo psichico, organico e dei sensi per comunicare con il mondo esterno; seconda infanzia dal secondo al dodicesimo anno di vita.



PIEDE

Nascita

 

calcagno ed astragalo;

nascita-6 mesi

(1,5 m)

cuboide;

6 mesi-2,5 anni

(1 a)

epifisi distale tibia, 3° cuneiforme;

1 anno-2,5 anni

(1,5 a)

epifisi distale del perone;

1-4 anni

(2,5 a)

1° cuneiforme;

1,5-4 anni

(3 a)

2° cuneiforme, scafoide, epifisi metatarsali;

POLSO E MANO

1 mese-1 anno

(6 m)

grand'osso, uncinato;

6 mesi-2,5 anni

(1,5 a)

punto radiale inferiore;

1-3 anni

(2 a)

epifisi distale del radio;

1-4,5 anni

(2,5 a)

piramidale;

1,5-4 anni

(2 a)

epifisi metacarpali;

2-5,5 anni

(4 a)

semilunare;

4-7,5 anni

(5,5 a)

scafoide, trapezio;

4-8 anni

(6 a)

trapezoide, epifisi distale dell'ulna;

3-12,5 anni

(10,5 a)

pisiforme;

5-8,5 anni

(7 a)

punto cubitale inferiore.

ALTRI NUCLEI DI OSSIFICAZIONE

0-6 mesi

(4 m)

epifisi prossimale della tibia;

2 mesi-1 anno

(6 m)

testa dell'omero;

4 mesi-1 anno

(10 m)

testa del femore;

6 mesi 2 anni

(1 a)

condilo omerale;

2-4 anni

(3 a)

grande tuberosità omerale;

3-4 anni

(3,5 a)

piccola tuberosità omerale, grande trocantere;

4-6 anni

(5 a)

epifisi prossimale del perone;

4-8 anni

(5 a)

rotula;

4-8 anni

(6 a)

epifisi prossimale del radio;

6-8 anni

(8 a)

piccolo trocantere;

8-12 anni

(10 a)

olecrano;

10-12 anni

(11 a)

troclea omerale;

10-13 anni

(12 a)

tuberosità tibiale anteriore;

10-14 anni

(12 a)

epicondilo;

16-18 anni

(17 a

acromion.

EPOCA DI ERUZIONE DENTI DECIDUI

EPOCA DI ERUZIONE DENTI PERMANENTI

Incisivi mediali inferiori

5-10 mesi;

Primi molari

6-7 anni;

incisivi mediali superiori

8-12 mesi;

incisivi

7-9 anni;

incisivi laterali superiori

9-13 mesi;

premolari

9-11 anni;

incisivi laterali inferiori

10-14 mesi;

canini

10-12 anni;

primi molari inferiori

13-16 mesi;

secondi molari

12-16 anni;

primi molari superiori

11-17 mesi;

terzi molari

17-25 anni.

canini

16-22 mesi;

 

 

molari posteriori

24-30 mesi.

 

 

Età giovanile. Non ha una chiara delimitazione: dalla comparsa dei caratteri sessuali secondari (pubertà), sotto i dodici anni, al completamento dello sviluppo corporeo con la definitiva saldatura delle cartilagini d'accrescimento.

Dalla nascita ai 14 anni l'imputabilità è esclusa in modo assoluto; tra i 14 ed i 18 anni va dimostrata la capacità di intendere e di volere; dopo i 18 anni l'imputabilità è presunta.

Mentre c'è il tentativo di dimostrare meno di 14 anni per sfuggire ai rigori della legge, c'è d'altra parte il tentativo di dimostrare più di 18 anni perchè il tribunale dei minori è più severo.

Lo sfruttamento diffuso della delinquenza minorile (spaccio di stupefacenti, furti ad opera dei nomadi) rende spesso necessaria la qualificazione dell'interessato come infraquattordicenne o infradiciottenne.

EPOCA DI SALDATURA DELLE PRINCIPALI CARTILAGINI DI ACCRESCIMENTO

 

Maschi

Femmine

Testa e grande tuberosità omerale

6

6

Ischio e pube

7

7

Troclea e capitello dell'omero

12

12

Olecrano, ulna, epifisi del calcagno

14

13-14

Epifisi prossimale del radio, trocantere e testa dell'omero

15-17

14-16

Epifisi metacarpo e metatarso

16-18

15-17

Apofisi coracoide

17

16

Epifisi distale di radio, ulna, tibia, perone e femore, acromion, epifisi prossimale di tibia e perone

18-20

17-19

SUTURA

OBLITERAZIONE

 

Maschi

Femmine

Temporo parietale

65 anni

65 anni

Lambdoidea

45

40

Coronale

40

35

Sagittale

35

30

Età adulta. Nella maturità avvengono l'obliterazione delle suture della volta cranica e la calcificazione delle cartilagini costali fra i 25 ed i 45 anni, gli altri sono tutti segni di un lento, progressivo declino dell'organismo fino alla senilità.

A 30 anni vi sono chiari segni di logoramento dello smalto dentario, a 40 anni comincia ad essere intaccata la dentina ed a 60-70 anni è interessata anche la polpa.

Dopo i 30 anni le guance perdono il turgore e la freschezza giovanili, si rilassano, si incavano e scivolano leggermente verso il basso, esaltando la plica naso-labiale dopo i 35 anni, il doppio mento e la ruga pretragica dopo i 40 anni.

Sempre dopo i 30 anni compaiono le rughe a raggiera (zampe di gallina) all'angolo esterno della rima palpebrale.

I capelli cominciano ad incanutire mediamente dopo i 35 anni, ma con notevoli variazioni da soggetto a soggetto. Le soppracciglia vanno incontro alla degenerazione cespugliosa già a partire dai 40 anni, infine compaiono peli sul padiglione auricolare e all'orifizio del condotto uditivo esterno verso i 50 anni.

Nel sesso femminile, dopo la menopausa, compare un progressivo diradamento dei peli pubici ed ascellari.

Età senile. Compaiono delle alterazioni morbose di tipo degenerativo, quali una progressiva osteoporosi con assotigliamento della compatta ed allargamento del canale midollare, artrosi polidistrettuale ed accentuazione della cifosi dorsale, depositi aterosclerotici sulla parete di tutti i principali vasi arteriosi, varici venose con fenomeni di distrofia cutanea, cardiomegalia con segni di sclerosi miocardica, degenerazione della sostanza nigra cerebrale (parkinsonismo), dei nuclei della base, focolai microinfartuali multipli cerebrali, arco senile e cataratta, enfisema polmonare, ipertrofia prostatica, ecc.

Identificazione del sesso. Di norma, nel vivente e nel cadavere conservato, la diagnosi di sesso si presenta agevole, le difficoltà sorgono in presenza di: a) cadaveri in avanzata putrefazione o depezzati o carbonizzati. La ricerca della cromatina di Barr è possibile nel sangue e nei tessuti in genere fino a 75 ore circa dalla morte, nei fibroblasti cutanei e nei condrociti è identificabile anche dopo 2-3 settimane dalla morte.

Molto resistenti alla decomposizione sono l'utero e la prostata, repertabili anche dopo alcuni mesi dalla morte.

b) resti scheletri umani di varia età e provenienza. Le ossa maschili presentano in genere le creste e le protuberanze di inserzioni muscolari maggiormente sviluppate, ma le maggiori differenze si riscontrano a livello del bacino e del cranio.

a) il bacino femminile ha i diametri trasversi più sviluppati di quelli longitudinali, nel maschio il bacino è più massiccio e sviluppato in senso verticale;

b) l'angolo sottopubico è acuto nel maschio, parabolico nella femmina;

c) la branca ischio-pubica è concava nella femmina, rettilinea o convessa nel maschio,

d) la branca ischio-pubica femminile presenta un margine acuto, una cresta rettilinea dove si inserisce il clitoride, nel maschio l'osso acquisisce una faccia inferiore piana su cui si inseriscono i corpi cavernosi (70%);

e) la parte di pube che sta tra la sinfisi ed il forame otturatorio è triangolare o trapezoidale allungata verticalmente nel maschio, trapezoidale trasversale nella femmina;

f) il solco preauricolare o preglenoideo è evidente nel 90% delle femmine, assente nel 98% dei maschi;

g) la grande incisura ischiatica è ellittica nel maschio, parabolica allargata nella femmina;

h) il prolungamento della parte superiore della grande incisura ischiatica cade nella zona auricolare nel maschio, sull'ileo, all'esterno della zona auricolare nella femmina;

i) l'acetabolo ha il diametro trasverso aumentato nella femmina;

l) la sinfisi è più spessa in senso antero-posteriore nel maschio, ed è più scabrosa nella femmina che ha partorito.

m) la giuntura sacro-iliaca è mobile nella femmina, praticamente rigida nel maschio;

Il cranio è nella donna più piccolo e leggero, i seni frontali sono poco sviluppati, così come le prominenze fronto-ciliari ed i processi mastoidei; lo splancnocranio, ed in particolare la mandibola, è piccolo in rapporto al neurocranio.

Nella donna il manubrio costituisce la metà, in altezza, di tutto lo sterno, nel maschio solo il 30%.

c) feti immaturi con caratteri genitali ancora indifferenziati. Le possibilità diagnostiche sul sesso sono esclusivamente istologiche.

d) anomalie dei genitali esterni e dei caratteri sessuali secondari. La necessità di una esatta diagnosi di sesso è richiesta per l'iscrizione nei registri dello stato civile. Le anomalie dei genitali esterni sono in genere legate ad anomalie cromosomiche (s. di Turner, m. di Klinefelter, mosaicismi più o meno complessi). In questi casi non basta la ricerca della cromatina di Barr, ma è necessario eseguire la mappa cromosomica. In caso di normalità del corredo cromosomico può essere in causa una sindrome adrenogenitale con virilizzazione parziale o totale di un soggetto geneticamente femmina. In questi casi può farsi la ricerca del sesso gonadico (presenza di testicoli od ovaie) o gonoforico (utero e salpingi o prostata) in quanto quello genitale ed i caratteri sessuali secondari non sono assolutamente affidabili.

Particolarmente delicato è infine l'accertamento delle condizioni psico-sessuali e somatiche, richiesto dal Tribunale, prima di autorizzare un trattamento chirurgico di correzione dei genitali esterni ai fini della rettifica di attribuzione di sesso (legge 14 aprile 1982, n. 164), che può interessare sia i portatori di anomalie genitali, sia i transessuali con atteggiamento psichico in contrasto con il sesso anatomico (tecnicamente è possibile solo la femminilizzazione).

Identificazione socio-professionale. Un grande aiuto per questo genere di identificazione può derivare innanzitutto dall'esame degli abiti: potranno essere di tipo espressamente professionale (tute, grembiuli, camici) oppure normali, da passeggio, da sera, di classe, di tessuto comune o di qualità, di serie, di boutique o in esemplare unico di stilista.

Altra fonte importantissima di informazioni deriva dallo studio delle mani: nonostante l'avvenuta meccanizzazione della maggioranza delle attività lavorative abbia mitigato la durezza del lavoro manuale, esistono tuttavia delle notevole differenze di stigmati manuali professionali.

Gli agricoli, gli operai edili ed i falegnami dopo alcuni anni di professione presentano una acropachia uniforme che rende la mano grande e tozza, la cute è tesa, l'estensione delle dita è ridotta, le vene del dorso sono poco evidenti, le callosità sono diffuse al palmo ed ai margini delle dita, particolarmente dell'indice e del pollice, sono presenti tatuaggi lavorativi (cemento, terra, olii, vernici) sia nei solchi papillari che attorno alle unghie.

I fabbri ed i meccanici presentano in genere un minore ingrossamento delle mani, ma il contatto continuo con lubrificanti e metalli comporta dei tatuaggi di tutto lo strato corneo e non solo delle pieghe papillari.

I fotografi ed i parrucchieri presentano macchie indelebili a carico della cheratina ungueale, i baristi hanno un'acrocianosi associata a dermatite detritiva o ad eczemi delle mani, i piastrellisti, oltre alle mani da operaio edile presentano callosità caratteristiche a carico soprattutto di un ginocchio.

Gli operai e gli artigiani presentano mani lavorative, ma senza caratteristiche distintive.

Gli impiegati ed i professionisti che usano continuamente la penna hanno una piccola callosità sul lato radiale del medio all'altezza dell'interfalangea prossimale, per il resto le dita sono affusolate, con una cute sottile e delicata.

L'attività sportiva e gli hobby del "far da sè", sempre più diffusi anche fra i professionisti ed i dirigenti, rendono le mani di aspetto forte, ma senza acropachia, la cute rimane elastica, le dita ben mobili anche in iperestensione, le vene del dorso molto più evidenti e comunque sono mani ben curate.

Chi lavora all'aria aperta ed al sole ha in genere i segni di indumenti protettivi, canottiere, magliette, copricapi, chi fa sport al sole ha una abbronzatura uniforme, senza segni di protezioni.

Identificazione individuale. I metodi di identificazione specifica (individuazione) consistono nel rilevare e raggruppare i caratteri fisici propri di un determinato individuo mediante vari procedimenti segnaletici.

Segnalamento antropometrico. E' stato praticamente abbandonato, consisteva nel prendere le misure di determinate parti del corpo, quali la statura, l'apertura delle braccia, la lunghezza del tronco, il diametro longitudinale e trasversale del cranio, il diametro bizigomatico, l'altezza del padiglione auricolare destro, la lunghezza dell'avambraccio, del dito medio e del mignolo della mano sinistra e quella del piede sinistro.

Segnalamento descrittivo. Mediante la descrizione dei caratteri fisici generali, dei connotati, dei contrassegni, colti anche nel loro aspetto dinamico, si ricava una specie di "ritratto parlato".

CONNOTATI SOMATICI GENERALI

statura: alta, media, bassa

corporatura: grossa, media, piccola

robustezza: robusto, medio, debole

adipe: abbondante, medio, scarso

CONNOTATI SOMATICI SALIENTI

Viso dimensione: piccolo, medio, grande

forma: curvilineo, poligonale

Fronte dimensione: piccola, media, grande

profilo: concavo, rettilineo, convesso

direzione: sfuggente, intermedia, prominente

Soppracc. dimensioni: grandi, medie, piccole

forma: curva, retta, a linea spezzata

Occhi direzione: obl. interno, orizzontale, obl. esterno

palpebre: scoperta, coperta

Naso dimensione: piccolo, medio, grande

profilo: concavo, rettilineo, convesso

direzione: deviato a d., intermedio, deviato a s.

base. rialzata, orizzontale, abbassata

orecchio d. dimensione: piccolo, medio, grande

forma: ovale, eliss., circol., triangol.,quadrangol.

antelice: concavo, intermedio, convesso

antitrago: obl. indietro, intermedio, orizzontale

contorno lobo: discendente, intermedio, rettangolare

Bocca dimensione: picola, media, grande

forma: concava in basso, rettilinea, concava in alto

direzione: obl. destra, orizzontale, obl. sinistra

CONNOTATI CROMATICI

Iride: aureola, periferia

Cute: pigmento, sangue, capelli, sopracciglia, baffi, barba

CONTRASSEGNI

Propriamente detti: cicatrici, porri, nei, macchie, tatuaggi, callosità

Imperfezioni fisiche: deformazioni, mutilazioni, ecc.

Anomalie di conformazione: gigante, nano, atleta, obeso, ecc.

CARATTERI FUNZIONALI

mimica, parlata, portamento, andatura, mancinismo, ecc.

Segnalamento fotografico. Consiste nella fotografia della persona di fronte e di profilo, a mezzo busto, in modo da porre in evidenza la testa, il viso, il collo e le spalle, non possono essere fotografate parti del corpo normalmente non esposte, perchè in contrasto con l'art. 13 della Costituzione.

Segnalamento dattiloscopico. Consiste nello studio delle impronte digitali, che riproducono i disegni delle linee papillari formate dalle creste del derma sul polpastrello delle dita della mano (dermatoglifi). Le caratteristiche dei dermatoglifi sono la perennità, perchè compaiono nel feto al sesto mese di gestazione e permangono tutta la vita; l'immutabilità perchè non si modificano con l'età, ma solo con la distruzione della cute; l'individualità perchè appaiono differenti da soggetto a soggetto, dando luogo ad un numero di combinazioni che superano l'attuale popolazione terrestre.

Ai fini dell'identificazione si utilizzano due metodi, quello dattiloscopico (o decadattilare) basato sullo studio delle impronte di tutte le 10 dita delle mani ed applicabile solo ad individui già schedati dalla polizia, e quello dattilotecnico (o monodattilare) utilizzato per identificare uno sconosciuto che ha lasciato un'impronta digitale isolata toccando oggetti vari con la mano non protetta dai guanti.

Fu Sir Francis Galton, cognato di Darwin, a proporre una prima classificazione delle impronte digitali, elaborata poi da Sir Edward Henry nel sistema dattiloscopico.

I fasci delle linee papillari sono raggruppati in tre sistemi: a) sistema basilare, situato alla base del polpastrello, è costituito da una serie di linee orizzontali e parallele alla piega interfalangica distale; b) sistema apicale, situato all'apice del polpastrello, costituito da linee periferiche arcuate e orientate secondo la curvatura dell'estremità del dito; c) sistema centrale, o nucleare o intermedio, incostante, è situato al centro della figura ed è costituito da linee a vortice o ad ansa. Nel punto in cui convergono i tre sistemi si disegna una figura triangolare chiamata "delta".

La classificazione più semplice comprende i 4 tipi fondamentali di Galton:

1) a delta: le linee basilari si inarcano e trapassano nel sistema marginale senza figure intermedie e senza delta;

2) monodelta: il sistema centrale è costituito da una serie di linee, che partendo da un margine del polpastrello, radiale o ulnare, si portano al centro, disegnano un'ansa e tornano allo stesso margine di partenza; dalla parte opposta, tra l'ansa, il sistema basilare e quello marginale si forma un delta;

3) bidelta: il sistema centrale è costituito da una serie concentrica di linee che delimitano due delta ai lati radiale ed ulnare del polpastrello.

4) composta: il sistema centrale è costituito da due anse che partono dai margini opposti del polpastrello, ed in centro si piegano l'una sull'altra formando una S, ai lati vi saranno due delta.

Il metodo dattiloscopico introdotto in Italia da Ottolenghi nel 1901, fu poi modificato dal Gasti nel 1907. La nuova classificazione comprende 10 gruppi di figure papillari che danno luogo a 10.000.000.000 di combinazioni possibili, introducendo il concetto di "linea Galton" che unisce il delta al centro della figura.

Simbolo 1 = impronta adelta.

Simbolo 2 = monodelta radiale (le impronte sono speculari).

Simbolo 3 = monodelta ulnare con linea Galton intersecata da non più di 10 linee papillari.

Simbolo 4 = monodelta ulnare con linea Galton intersecata da 11-15 linee papillari.

Simbolo 5 = monodelta ulnare con linea Galton intersecata da 16 o più linee papillari. Incaso di difficoltà si danno entrambi i simboli.

Simbolo 6 = bidelta in cui il lato inferiore del delta di sinistra è oltre 2 linee sopra illato inferiore del delta di destra.

Simbolo 7 = bidelta in cui il lato inferiore del delta di sin. è 2 linee sopra o sotto quello di destra.

Simbolo 8 = bidelta in cui il lato inferiore del delta di sin. è oltre 2 linee sotto quello didestra.

Simbolo 9 = composta, con due centri di figura e due delta.

Simbolo 0 = figura indecifrabile o assente per amputazioni o cicatrici.

Per facilitare le ricerche dallo schedario, ogni soggetto viene classificato secondo una serie, una sezione ed un numero:

a) serie, tre numeri rappresentanti, in ordine, i simboli attribuiti a indice, pollice ed anulare di sinistra;

b) sezione, tre numeri rappresentanti, in ordine, i simboli attribuiti a indice, pollice ed anulare di destra;

c) numero, ricavato dai simboli attribuiti rispettivamente a medio e mignolo di sinistra e medio e mignolo di destra.

La corrispondenza di formula numerica fra due segnalamenti dattiloscopici non rappresenta l'identificazione definitiva di un soggetto o di un cadavere, per questo è necessario attuare un confronto particolareggiato delle impronte stesse.

Nel campo dell'identificazione giudiziaria è spesso necessario risalire all'autore di un delitto mediante lo studio di frammenti di impronta lasciati su mobili od oggetti per asportazione di polvere o apposizione di secrezione (evidenziate mediante polveri di alluminio, minio o grafite, asportate con adesivo, fotografate e sviluppate invertite). Per il segnalamento dattiloscopico le impronte devono essere prese con rotazione del polpastrello inchiostrato sulla carta, viceversa quelle su mobili od oggetti sono apposte per pressione o, peggio ancora, strisciamento, questi sono i motivi per cui due impronte, lasciate dallo stesso dito dello stesso soggetto, non sono mai assolutamente identiche e sovrapponibili.

Per arrivare ad una identificazione, lo studio monodattilare prende in esame alcuni punti caratteristici; in ogni impronta completa vi sono circa 100 punti caratteristici, se anche un solo punto non corrisponde si esclude l'identificazione, mentre se corrispondono almeno 17 punti le probabilità che appartengano a due soggetti diversi sono di 1/17 miliardi.

La probabilità di errore calcolata da Balthazard è infatti pari a 4100-n.particolarità/4100 = 1/4n.particolarità.

I punti caratteristici sono l'uncino in alto o in basso, la biforcazione in alto o in basso, l'interruzione, il termine o inizio di linea, il tratto di linea, l'interlinea, l'occhiello, il punto, l'isolotto, la linea punteggiata e la deviazione.

I punti caratteristici hanno frequenze diverse, alcune accidentalità sono eccezionali, pertanto oltre al criterio quantitativo è stato introdotto anche un criterio qualitativo.

Se l'impronta è abbastanza nitida è possibile eseguire anche l'esame poroscopico, confrontando numero, posizione e successione dei pori nei vari tratti delle diverse linee, nonchè la forma, l'atteggiamento e le dimensioni di ciascuno di essi.

E' possibile fare lo studio anche delle impronte palmari e plantari, sono però necessari oltre 30 punti di corrispondenza per l'identificazione.

Rilevamento di impronte da cadavere. Nel cadavere in buono stato di conservazione il rilevamento delle impronte non differisce sostanzialmente da quello nel vivente; invece di inchiostro è più decoroso usare olio di vaselina, l'impronta su carta viene evidenziata con una spolverata di biossido di manganese, ovvero si può spalmare la cute di polvere di alluminio o grafite e si fotografa direttamente il disegno papillare.

Se la cute è disidrata ed avvizzita è possibile attuare una ridistensione cutanea mediante l'infiltrazione di acqua o glicerina o paraffina, altrimenti si immergono le dita in una soluzione di idrato di sodio al 3-5% finchè la cute non si rigonfia.

Altri metodi di identificazione. Possono consistere nella riproduzione, mediante montaggi fotografici, di un ritratto-robot o un identi-kit.

Altri procedimenti sono lo studio radiologico dello scheletro confrontato con precedenti radiografie, o lo studio radiologico dei denti e delle protesi dentarie, confrontate con quelle dell'archivio dentistico.